martedì 12 maggio 2009

Programma di genere - pari opportunità - tematiche femminili



Presenza delle donne


Auspichiamo una nutrita presenza femminile negli enti e nelle istituzioni e soprattutto chiediamo che venga valorizzato il contributo delle donne affidando loro anche incarichi dirigenziali e di responsabilità. E’ noto che nelle associazioni, nella base dei partiti, nel volontariato le donne sono presenti in larga maggioranza, molto attive e propositive, mentre le “alte cariche” restano ancora in larga misura appannaggio maschile. Fondamentale rimane l’obiettivo di realizzare concretamente le pari opportunità in tutte le espressioni sociali, economiche, politiche e culturali della società.

Politiche di genere

Per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno raggiungimento delle pari opportunità, occorre attuare delle politiche di genere, contrastare le disuguaglianze e sostenere il principio della Cittadinanza di Genere, che significa riconoscere e valorizzare le differenze di cui donne e uomini sono portatori. In particolare si sottolinea l’importanza di prevedere un Bilancio di Genere, come raccomandato in due risoluzioni dalla Unione Europea, che tenga conto di criteri di promozione delle pari opportunità e delle necessità delle donne; di sperimentare nuove formule per la Conciliazione vita-lavoro; di sostenere i progetti delle Associazioni impegnate nella diffusione, nell’ attuazione del principio di pari opportunità e nella promozione e valorizzazione della condizione femminile; di indire annualmente un Forum della cittadinanza di genere e un Tavolo di coordinamento fra tutti i soggetti interessati alle politiche di pari opportunità; di contrastare e prevenire la Violenza di genere, dando attuazione al protocollo di intesa stipulato tra Comune, CPO regione Umbria, ASL e CESVOL che coinvolge altri Comuni dell’ambito, sostenendo i progetti di enti, singoli o associazioni di volontariato finalizzati al contrasto e alla prevenzione della violenza, alla educazione al rispetto fra i sessi nelle scuole e nelle famiglie.

Attuazione del Protocollo d’ Intesa

Considerando che il Centro Pari Opportunità della regione Umbria, in base alle chiamate ricevute dal Telefono Donna, dichiara l’esistenza a Spoleto di numerosi casi di donne che subiscono violenza, come segnalato anche dalle forze di polizia; donne che non avendo un punto di ascolto a Spoleto e non sentendosi tutelate, probabilmente non riescono nemmeno a chiedere aiuto.

Dato che il protocollo di intesa per contrastare la violenza sulle donne stipulato dal Comune con i vari soggetti (ASL, CESVOL, CPO, Comuni di ambito) è stato il frutto di anni di impegno delle Associazioni femminili e delle donne che lo hanno espressamente richiesto.

Vista la delibera n. 110 del 5-10-2007, in materia di violenza contro le donne, adottata dal Consiglio Comunale di Spoleto.

Visto il progetto regionale “Mai più violenze” al quale partecipano ben 36 soggetti pubblici e associazioni (tra cui il Comune di Spoleto e l’associazione spoletina Donne contro la guerra) che, con un budget di 230.000 euro si pone l’obiettivo di promuovere un percorso di interventi ed azioni per contrastare il fenomeno della violenza.

Dato che esistono a Spoleto donne nelle Associazioni femminili che si battono da anni contro la violenza ed operatrici formate specificatamente per l’ascolto della donna che subisce violenza,

riteniamo prioritario dare attuazione immediata ad alcuni dei punti che fanno parte integrante del protocollo di intesa, nella convinzione che l’esistenza di un punto di ascolto specifico in grado di dare risposte concrete ed immediate possa essere di incentivo per la richiesta di aiuto da parte delle donne vittime di violenza.
Crediamo inoltre sia doveroso coinvolgere le donne delle Associazioni Femminili nell’attuazione del protocollo, perché esse rappresentano un grande patrimonio di impegno, di determinazione e di competenza nel campo della lotta alla violenza contro le donne.

Primi atti per l’attuazione del Telefono Donna

- Istituzione del Tavolo di coordinamento tra i soggetti firmatari del protocollo e le associazioni di volontariato che si occupano prioritariamente specificatamente di violenza sulle donne.

-Apertura di uno sportello di accoglienza e informazione, inizialmente una volta alla settimana, nella sede già individuata nel protocollo di intesa con la presenza di personale istituzionale e volontario già formato.

-Protocolli di intesa con la questura per la stesura di un codice comportamentale di accoglienza della donna vittima di violenza per diffondere la capacità di mantenere un atteggiamento non giudicante nei confronti della stessa donna.

-Protocolli di intesa con i servizi sociali per diffondere la capacità di mantenere un atteggiamento non giudicante e di fiducia nei confronti della vittima di violenza.

-Protocolli comportamentali con gli ospedali che garantiscano una tempestiva segnalazione al telefono donna e alle forze dell’ordine nel caso vengano rilevati da parte dei medici danni fisici riconducibili a episodi di violenza.

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