sabato 9 maggio 2009

Programma per l'urbanistica e la gestionedel territorio


Programma per l'urbanistica e l'uso del territorio


Strettamente legato alla questione dei modelli di sviluppo, il tema dell'uso del territorio riveste una particolare importanza, perchè lo intendiamo come patrimonio indisponibile di beni materiali ed immateriali da tutelare e valorizzare.


Poiché riteniamo che sia necessario opporsi a sistemi di sviluppo economico basati sulla speculazione territoriale, sia in termini di urbanizzazione e costruzione di nuovi edifici sia per l'insediamento di siti produttivi inquinanti, vogliamo esprimere con forza il principio di base del consumo zero di territorio.


Abbiamo già trattato, nel nostro programma dell'energia, della sostenibilità ambientale.

A questo criterio ispiratore vogliamo aggiungere che in futuro dovremo seriamente batterci per una programmazione urbanistica, per contrastare la privatizzazione del territorio e la resa agli interessi fondiari e di speculazione immobiliare e commerciale.


Per fare questo dobbiamo lavorare per passare da una urbanistica concertata ad una urbanistica partecipata. Invece di essere subordinati alle scelte urbanistiche dettate dall'esigenza di far cassa con gli oneri di urbanizzazione e con l'ICI, contrattando con i poteri forti che si muovono in questo ambito, si dovrà trovare un nuovo modello di gestione partecipata e condivisa del territorio e delle risorse ambientali.

Il territorio, infatti, è prima di tutto un bene comune e in base al principio di non esclusività nessuna persona e nessuna collettività deve essere esclusa dall'utilizzo e dall'accesso ai beni comuni.

Mantenere i beni comuni, come nel caso del territorio, nell'ambito della sfera pubblica, salvaguardando la più ampia base decisionale in capo alle comunità per mezzo di pratiche partecipative condivise, permetterà di fuoriuscire da pericolose logiche di sfruttamento e distruzione delle risorse ambientali.


Bisogna quindi finalizzare la gestione del territorio a garantire il suo mantenimento nel tempo e la sua rigenerazione e consentire, per altro verso, la più ampia fruizione e accessibilità dello stesso a tutta la comunità e a tutti gli individui.

Per non svendere il territorio è necessario ripensare anche il tema della sussidiarietà e prossimità territoriale, uscendo dai campanilismi più retrivi e ottusi.

Bisognerà sforzarsi di costruire, in termini politici e progettuali, dei quadri di riferimento più ampi dei confini comunali per costruire politiche di tutela e di sviluppo sostenibile del territorio, capaci di analizzare le caratteristiche dei territori e di individuarne le vocazioni, organizzarne i servizi, progettare le direttrici di sviluppo.


Ne consegue che si dovrà prestare particolare attenzione al dimensionamento degli insediamenti edilizi e produttivi, trasformare in modo lungimirante e conservativo il territorio, limitare o azzerare il consumo dei suoli e la cementificazione continua e crescente.


Si dovrà rilanciare il diritto alla casa nell'ambito dell'edilizia residenziale pubblica, facendo tesoro anche delle buone pratiche che già sono presenti nella nostra Regione.


A titolo di esempio, riteniamo che sia necessario intervenire al più presto su alcuni aspetti critici per i collegamenti della nostra città.


Il primo interessa il miglioramento della viabilità comunale delle due principali vie della città, dove si verifica il maggior volume di traffico, Via dei Filosofi e via G. Marconi; occorrerà valutare la possibilità di nuovi attraversamenti del torrente Tessino al fine di alleggerire il traffico attuale in modo da rendere più funzionale la viabilità e qualitativamente più apprezzabile la vivibilità dei quartieri per i residenti.

Altro punto critico, tra gli altri, riguarda il rilancio della zona industriale di santo Chiodo e il completamento della SS. Tre Valli. Con la realizzazione della Galleria di Acquasparta, si darebbe alla zona nuova visibilità e conseguentemente nuove opportunità di investimenti.


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