giovedì 28 maggio 2009

L'intervento del Segretario PRC Paolo Ferrero a Perugia

Tratti Da Umbria Left
(http://www.umbrialeft.it/node/18621)

riportiamo alcuni passaggi dell'intervento di Paolo Ferrero a Perugia.(28/5/2009)


"“Noi siamo i figli non pentiti della nostra storia”. Ha chiuso così il suo comizio oggi pomeriggio in piazza della Repubblica a Perugia il segretario nazionale del Prc Ferrero. Un voto chiesto con l'ottica di dare forza ad un partito “che abbia un suo punto progetto della società, per esempio sui beni comuni. Acqua, istruzione, ricerca, sanità e non solo: essi devono rimanere servizi pubblici. Dal giorno dopo il voto – invita Ferrero – tutti pancia a terra per ricostruire un sano conflitto di classe nel paese”.

La prende da lontano l'ex ministro per la Solidarietà sociale del governo Prodi: parla della storia del movimento operaio, delle sue conquiste e dei suoi valori come quello dell'antifascismo e della resistenza. Di tutta quella storia di cui lui e il suo partito non vogliono fare a meno. E', pare di capire, il bagaglio con cui Rifondazione va verso questa tornato elettorale e che servirà da bussola anche per il dopo. Da quel bagaglio Ferrero indica quelle che secondo lui sono le priorità da portare nel parlamento di Strasburgo, ossia “giustizia sociale, riconversione ambientale dell'economia e pace. Non quella di cui si viene a chiacchierare ogni anno anche ad Assisi, ma quella che si costruisce con il lavoro nelle stanze delle istituzioni”.

Di questo dunque vorrebbe che si parlasse in questi giorni Ferrero e non “delle veline o dei figli di Berlusconi. Pochi giorni fa sono morti tre operai in un modo orribile. Gli operai di un'azienda che paga un allenatore 10 milioni all'anno e un operaio 700 euro al mese. Dei problemi reali e delle vite spezzate in questo modo non si parla, rimangono estranee alla discussione politica. I contenuti evaporano e viene fuori solo la rissa a base di insulti”.

Tutto questo, secondo Ferrero, non avviene a caso. Seguendo il comizio il segretario dice esplicitamente che delle cose reali non si vuole discutere “perché i temi sociali vanno lasciati da una parte. Non disturbare il manovratore è il primo imperativo”. Solo che il manovratore, secondo Ferrero, invece di combattere la crisi economica la aggrava con provvedimenti sbagliati. “E chi come noi protesta – aggiunge – è additato come il nemico. Queste sono metodologie alla Bava Beccaris, che mandava i cannoni contro gli operai. Sfruttamento e bassi salari devono passare come cose naturali”.

In questo scenario non roseo si inserisce quella che secondo Ferrero è un'opposizione parlamentare subalterna ai poteri forti “che dettano l'agenda del paese. L'idea di chi comanda, di Berlusconi, è quella di una democrazia dove ogni tanto si vada a votare per plebiscitare il capo. Un capo che poi non deve avere più controlli. Ecco perché si vorrebbe svuotare il parlamento dei suoi poteri così come si fa con la magistratura e i giornali. Ci deve essere un sovrano senza nessun meccanismo di controllo”.

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